Acquasanta, il mare di Roma
Articolo di Luca Sessa - Un nuovo progetto ristorativo che punta sulla qualità dei prodotti del mare per proporre una cucina di pesce dai sapori semplici ed appaganti.
Il quartiere Testaccio è uno dei tanti punti nevralgici della capitale: qui convivono movida notturna e storia, i banchi del mercato rionale e siti archeologici, ristoranti iconici e nuove insegne. Si viene a Testaccio per far la spesa, per ballare, per mangiare un’ottima carbonara ed ora, da questa estate, anche per vedere il mare. Non quello che giunge fino al bagnasciuga sulle spiagge del litorale laziale, ma quello che si può gustare nel piatto.
Il mare ed i suoi prodotti sono infatti i protagonisti del progetto ristorativo che risponde al nome di “Acquasanta”. Obiettivo? Far risparmiare ai romani la lunga trasferta in direzione Ostia, Fiumicino o Fregene alla ricerca della cucina di pesce, grazie agli arrivi giornalieri da Anzio, luogo d’origine dei tre soci del ristorante (Giuseppe De Angelis, Paolo Fiorenza, Alessandro Bernabei). La freschezza del pescato valorizzata da esperienza e conoscenza, la filiera corta e la tracciabilità delle materie prime quale esplicito emblema della serietà che contraddistingue il progetto.
Il locale
Un ambiente industriale con grandi vetrate, cucina a vista, luci soffuse, suoni ovattati e l’artigianalità in ogni singolo elemento. L’insieme ricrea sensazioni antiche, e allo stesso tempo contemporanee e innovative, che permettono di lasciarsi alle spalle il mondo esterno e la quotidianità per entrare in un luogo sospeso e distaccato. Il nero quale colore predominante, la scelta di elementi d’arredo ed utensili di raffinata ricercatezza stilistica, l’eleganza degli spazi che non sfocia mai nell’eccessivo.
La prova d’assaggio
La brigata di cucina è guidata dallo chef Enrico Camponeschi, che propone un menu che punta sulla qualità delle materie prime e sulla semplicità (nell’accezione positiva del termine), integrando i piatti con alcune ricette del giorno, realizzate sfruttando le disponibilità del pescato del giorno. Gli entrée rappresentano al meglio la filosofia culinaria di Camponeschi, dallo Scampo in salsa verde al Gambero viola, maggiorana, sale e limone: crudi di qualità, pochi elementi a completare la gamma di sapori e colori.
I piatti più strutturati hanno un bell’impatto visivo ed un buon riscontro al palato: è il caso del Polpo, zucca, peperone crusco e cavoletti e del Calamaro, lattura, nduja e yogurt. Lo chef riesce ad esprimersi al meglio quando alla semplicità associa una particolare intensità di sapore, come nel Tortello di spigola con salsa alla puttanesca, piatto davvero interessante. L’Ombrina, porcini e spuma di patate al pimenton ribadisce la volontà di lasciare il ruolo di protagonista ai prodotti del mare, e la sorprendente chiusura con il sorbetto Mandarino, lime e uva conferma l’impressione positiva su Acquasanta: un luogo elegante dove poter mangiar bene, un nuovo mare di Roma.
A proposito di Luca Sessa
42 anni, napoletano di nascita, romano d'adozione. Fino allo scorso anno statistico di giorno, blogger e chef di notte, ora si dedica solo al food. Il blog Per un pugno di capperi come vetrina dei suoi esperimenti quotidiani, un luogo nel quale scrivere, raccontare, confrontarsi.